TERAMO – La chiusura dei negozi per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia (giovedì 17 marzo), avverrà, in provincia di Teramo, a "macchia di leopardo". A lamentare il fatto è il presidente provinciale di Confesercenti, Antonio Topitti, che in una nota stigmatizza la direttiva della Regione che lascia ai sindaci la decisione sull’apertura degli esercizi commerciali nella giornata dedicata all’Unità d’Italia. Una discrezionalità che per Confesercenti provoca disparità tra le attività distribuite nei diversi comuni, dal momento che a Teramo il sindaco Maurizio Brucchi ha deciso "di rispettare la ricorrenza tenendo i negozi chiusi mentre sulla costa i sindaci hanno lasciato libertà di scelta agli operatori". Sin qui, il comunicato di Confesercenti. Il disappunto espresso, che può essere condivisibile, non alleggerisce a nostro avviso il fatto che a preoccupare gli operatori del commercio sia solo la "questione" dell’apertura o della chiusura del loro negozio. Non si dimostra però alcuna affezione verso l’anniversario della Repubblica, fatto che dovrebbe toccare tutti. Tranne qualche rara eccezione, come l’Oreria di Corso San Giorgio, il negozio Room 116 e l’esposizione delle sculture della famiglia Falconi Di Francesco, non c’è infatti nessuna vetrina del centro storico allestita per la ricorrenza. Non un simbolo, una bandierina, una coccarda… Bene ha fatto il sindaco Brucchi a pretendere che tutti gli edifici pubblici, a partire dalle scuole, espongano il tricolore, così come ha voluto per le finestre e i balconi dei suoi concittadini il sindaco di Giulianova, ma anche il sindaco di Tortoreto che ieri, con una cerimonia pubblica, ha consegnato il vessillo ai plessi scolastici, alla stazione dei Carabinieri e all’Ufficio circondariale marittimo. Bene hanno fatto i giovani in piazza anche a Teramo sabato scorso (con alcuni insegnanti e diversi genitori, raccolti per altri motivi ma con il tricolore che sventolava). Ma a proposito di tricolore e di coccarde…Dove si comprano? C’è qualche attività, a Teramo capoluogo, che per l’occasione le ha messe in commercio? Passeggiando per il corso di Teramo sembrerebbe proprio di no, ma in attesa di essere smentiti non possiamo che consigliare ai cittadini che hanno voglia di festeggiare l’anniversario di andare a Civitella del Tronto, dove pare che si concentri l’Anniversario degli Anniversari, dove sembra che (nonostante i Borboni, o forse proprio per riscattarsi da questo) a distanza di 150 anni ci sia l’unico entusiasmo per la cercata, creata, sancita e avvenuta Unità. A Civitella forse bandiere e coccarde sono in vendita: si saranno organizzati anche per questo… Teramo evidentemente non appartiene alla stessa nazione, se c’è anche un problema di lingua… Entrate in un negozio e chiedete:"Scusate, avete coccarde tricolore"? E vedrete dallo sguardo se hanno capito di cosa parlate.
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